Un interrogazione lo tormentava: fino a quale punto il legno, materia perennemente viva, può sopportare un intervento esterno che lo depauperi della corposità, che lo levighi e lo adegui alle esigenze cui normalmente corrisponde il metallo? Milan non attese risposte esterne: si cimentò direttamente con il cirmolo e realizzò, negli anni Settanta, composizioni di più elementi, genericamente denominate “forme libere nello spazio”…Si trattava di formulazioni plastiche nelle quali l’interesse formale per una linea perimetrante, che sguscia, volubile e imprevedibile, fra le pastose modellature delle forme, non riusciva ad emanciparsi dalla preoccupazione tecnologica…nascono allora sculture imponenti bullonate ad agganciare parti realizzate separatamente, e composizioni a bassorilievo, anche di grandi dimensioni, il cui dinamismo è promosso da un tondo centrale, eccentrico, i cui lampeggianti riflessi, dovuti a sapienti patinature, destano magicamente un contesto di sfarfallanti riverberi luminosi…Il pensiero di Milan è sintesi di umanità e visualizza, attraverso una modellazione essenzializzata e fortemente comunicativa, forme icastiche, nelle quali lo scalpello è, al tempo stesso deciso e carezzevole, cosi’ che le peculiarità morfologiche della materia si prospettano quali componenti precipue del suo linguaggio…
LUCIANO PERESSINOTTO
L’insostenibile leggerezza del legno, ovvero la sfida, l’amore e lo scontro aperto con la materia, la consapevolezza di saperla narrare, plasmare, la certezza di trovare materia duttile. Per Roberto Milan il legno è vita ma anche pensiero, perchè attraverso il legno si può giungere a forme concettualizzate, quindi pensate, si può costruire e sciogliere nodi essenziali, si può stemperare e meditare. Il legno ha il suo linguaggio e l’artista con gli strumenti entra nell’essenza di questo, parla il verbo tattile di chi componendo, cucendo, svellendo, incidendo, lacerando, diventa sempre di più artefice decisionale di questa essenza…Vi sono quattro radici della terra e quindi della conoscenza, nell’inquadramento ideologico di Roberto Milan: la terra, il fuoco, l’acqua e l’aria. Queste quattro categorie a loro volta rappresentano quattro modi di essere della materia che l’artefice utilizza.La terra infatti si associa con il legno, il fioco con il metallo, l’acqua con il vetro e l’aria con quelle essenze, quelle presenze di azzurri che sono un pò il simbolo dell’incommensurabile…
VITTO SUTTO
…Spinte entusiaste di positivo ottimismo suggeriscono una sicurezza di fondo che la mano dell’artista sa tradurre in opere lignee dall’imponenza totemica, a volte metafisica. Sono squadrati e precisi gli spigoli di sculture scavate, tuttavia, nello ieri di tronchi che hanno parole di storia e calore, umana sofferenza e affascinante rugosità. E’ grazie alla compresenza dei due momenti, di studiata compostezza e lacerata esplosione, che l’animo si sublima in una tacita contemplazione degli effetti della forza vitale…La materia calda e viva, legno, si piega docile alla volontà di Milan, che vi incastra inserti di materia fredda, metallo, a rappresentare il crudo attacco di fenomeni accidentali alla calma saggezza della sostanza esistenziale…E’ venato di blu il legno nella dimensionale più spirituale…
SONIA ZANELLO
Roberto Milan concepisce la creazione plastica come lo strumento essenziale di espressione nel proprio pensiero sui nessi fisico-trascendentale e materico-spirituale(…).
La conoscenza dei materiali (legno, vetro di Murano e bronzo ispecie) assunti in una ricerca lunga e m, meticolosa, gli consente di attivare una serie cospicua di soluzioni scultoree nella costruzione di lavori, che hanno una valenza assoluta anche quando sono concepite per essere applicate in luoghi, dove la combinazione di elementi reali e simbolici entrano in connessione significante diretta. Il legno e il bronzo producono con la luce dell’ambiente un dialogo fitto di segnali, esaltando i corrugamenti di superficie che si dipartono sempre da un centro, generatore di movimento trasmesso a tutta l’opera, nel suo complesso.
ENZO SANTESE